Fast Fashion: come la moda a basso costo ci ha cambiato

Fast Fashion negozio saldi

La Fast Fashion ha scardinato ogni regola. Ci ha cambiato radicalmente e ha cambiato la nostra visione dello shopping. Come possiamo invertire questo trend?

Lo scorso Luglio, durante il periodo dei saldi, mentre camminavo per le vie del centro, entrai nel negozio di *****, in quell’immenso e maestoso negozio di Corso Vittorio Emanuele.

Tra gli scaffali c’era una promozione incredibile sulle camicie: erano lì “per me”. Qualcosa come 15 euro a camicia, un prezzo che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile. Le mie terminazioni nervose cominciarono a formicolare e, in questo caso, non per la cervicalgia di cui soffro. Prima di accorgermi di quanto stesse succedendo, mi ritrovai alla cassa con 4 camicie. 4 camicie che non sono arrivate neanche a Natale…

Il prezzo medio dei vestiti, al contrario di tutto il resto, ha visto un calo radicale negli ultimi decenni. Anche la sua immagine è mutata profondamente. Anni fa il compromesso era abbastanza evidente: acquisti un capo a basso costo, il più delle volte non sarà meraviglioso in quanto a stile. 

Fast Fashion: vestiti a basso costo
Abbigliamento Fast Fashion

Ecco, questo compromesso negli anni ha cessato di esistere. La moda economica è da tempo considerata chic, pratica e democratica: “Cheap is chic”. (Vorrei poter dire di aver creato io questo aforisma, ma sicuramente l’avrò sentito da qualche parte). Tutti noi, almeno in un’occasione ci siamo vantati di “affari” fatti tra i negozi del centro. Una mia amica un paio di settimane fa mi ha mostrato un nuovo vestito e tutta entusiasta mi ha detto: “10 euroooo”. Ok, la mia risposta è stata un classico tra le battute: “si vede”. La verità però era un’altra. Di per sé il vestito era carino. 

I rivenditori di abbigliamento economico adottano tutti la stessa formula: grossi volumi, prezzi bassi. Una scelta che ha soffocato il settore, costringendo molti negozi di quartiere a proporre articoli di fascia alta o a chiudere l’attività. I produttori di fascia media, negli anni, hanno infatti cessato di esistere. Facci caso, quanto è diventato difficile trovare prodotti di fascia media?

L’industria della moda a basso prezzo

La fast fashion ha cambiato l’immagine dell’intera industria dell’abbigliamento.

Ci convinciamo che non possiamo permetterci prezzi più alti. Siamo in una fase di recessione. I costi per vivere sono esorbitanti. Molti consumatori in realtà sono semplicemente dipendenti dalla moda a basso prezzo. 

Ci siamo abituati a pagare di meno e a ottenere di più.

Come potrà dirvi qualsiasi economista, i prezzi bassi stimolano i consumi e la moda economica rappresenta l’emblema di questo concetto. Possiamo dire che la fast fashion abbia causato una vera e propria frenesia negli acquisti di abbigliamento. 

Fast Fashion disastro ambientale
Foto acquisita da thred.com

Personalmente ritengo che la moda economica meriti la reputazione che la segue. Un’industria da miliardi e miliardi di dollari che influenza negativamente l’ambiente, le nostre menti e i nostri portafogli. Condiziona l’immagine che abbiamo di noi stessi e di come ci vediamo insieme agli altri. Si dimostra inoltre sempre più sprezzante verso i diritti umani e l’ambiente. 

Con l’abbassarsi dei prezzi, la caccia al trend è diventata un’attività di massa, accessibile a quasi tutti. Questi trend però si esauriscono più velocemente di un barattolo di nutella. L’industria della moda a basso prezzo ha quindi un’ulteriore opportunità di offrirci qualcos’altro da comprare e da indossare.

Un ciclo sempre più veloce che non finisce mai. 

Perchè acquistiamo prodotti della Fast Fashion?

Come gran parte di voi sa, abito a Milano centro e durante i giorni dei saldi vorrei piangere dal casino presente. File davanti ai negozi di fast fashion ancor prima che aprano, il motivo? Accaparrarsi per primi copie scadenti di marchi di lusso come Versace. Non abbiamo alcuna idea se ciò che stiamo acquistando valga o meno il nostro denaro. 

Ho aperto il mio armadio e ho cominciato a togliere i vestiti. Gran parte erano capi basici, magliette, maglioncini, semplici camicie e banali jeans con un nuovo taglio. Tutti capi ripetutamente attualizzati dal dettaglio di stagione. 

Mi sono chiesto: Per quale motivo allora continuo ad acquistare vestiti inutili e per giunta di una qualità manifatturiera imbarazzante? 

Per rispondere a questa domanda ho impiegato un po’ di tempo. Sono tornato alla base del processo di acquisto di un prodotto. 

5 Punti principali:

  • Riconoscimento di un bisogno 
  • Ricerca di informazione 
  • Valutazione alternative 
  • Feedback/ recensioni 
  • Acquisto prodotto

Questo è il più classico dei cicli per arrivare all’acquisto di un prodotto. Quello però che succede con un vestito dell’industria a basso prezzo è diverso. Il processo di decision making si discosta da questo schema. 

Personalmente ritengo che questo tipo di shopping non sia assolutamente legato ad una componente razionale, di conseguenza la meticolosità dei punti citati sopra viene meno. A mio avviso entriamo sempre più nella sfera del divertimento, dell’intrattenimento.

Non rappresenta più una necessità, ma un passatempo, soprattutto dal punto di vista sociale, alla portata di tutti. Se i soldi da spendere sono trascurabili, se quel prodotto probabilmente non sarà più in negozio dopo qualche giorno..la domanda non è più “Perché prenderlo?”, ma cambia in “Perché non prenderlo subito?”

Mi piace paragonare la Fast Fashion ad un buffet. C’è un sacco di roba, ti riempi il piatto, ma non sai effettivamente perché lo stai facendo con tanta velocità e veemenza. Hai sempre quel senso di urgenza, come se finisse tutto subito, come se non prendere tutto quello che riesci ti faccia perdere una vera occasione. 

Paradossale quanto effettivamente ci sia illimitatezza di prodotti, ma allo stesso tempo precarietà perché “finiranno” presto. Bisogna toglierci dalla testa l’idea che il mordi e fuggi sia sano. 

Quindi, come discostarci da questo senso di urgenza, quali alternative valutare alla fast fashion?

Passione Vintage 

Utilizzo TikTok regolarmente e anche nel campo della moda ho notato quanto la generazione Z sia molto più innovativa rispetto ai Boomers e ai Millennials di cui faccio parte. Molti giovanissimi e giovanissime (si può scrivere anche senza * come vedi) amano spasmodicamente il mondo Vintage. Ogni anno milioni e milioni di tonnellate di vestiti “nuovi” sono buttati come se nulla fosse. Il risultato è un inquinamento terrificante (ne parlerò in futuro). Questo lo sanno tutti. Allora mi chiedo:

perché non acquistare tutti quanti capi che rendano il nostro guardaroba etico, sostenibile e certamente più unico e privo di inutili vestiti che sono la copia dell’altro?

Continuando con la moda a basso costo avremo un grosso problema che si presenterà tra qualche anno.

Negozio Vintage seregno
Récolte Vintage

I capi Vintage sono considerati tali perché sopravvivono alla sfida del tempo e della qualità. (A tal proposito consiglio un negozietto vintage molto carino Récolte Vintage)

Il quesito però è questo: Se continuiamo a produrre capi della fast fashion, tra qualche decennio, cosa rimarrà di questi indumenti? Non esisterà più un vero Vintage, concordi?

La soluzione è quella di fare collettivamente passi verso un’industria sostenibile, che crei valore, che ci faccia sentire unici e speciali. Brand, cittadini e governi dovrebbero cooperare insieme per costruire una moda onesta, unica e sostenibile.

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