Quando i test nucleari nell’oceano distruggono il territorio

atollo di bikini

Si parla sempre di plastica che distrugge i nostri mari, ma in passato abbiamo distrutto la natura con altri mezzi: test nucleari nell’oceano.

Non è solo questione di rifiuti e spazzatura, tra il 1950 e il 1998, sono stati eseguiti più di 100 test nucleari nell’oceano. Sia sott’acqua che su remote isole in mezzo all’oceano.

Una delle posizioni scelte per questi test era quella delle Isole Marshall nel pacifico meridionale, in particolare Bikini. Il luogo,approvato dalle nazioni unite come “strategico”, è stato sottoposto ad una serie di bombe che hanno devastato il territorio. I test nucleari nell’oceano condotti hanno causato una quantità di ricadute disastrose che si sono ripercosse sulle oltre 2000 isole che costituiscono le Isole Marshall e distruzioni di intere Isole e barriere coralline.

Il governo degli Stati Uniti aveva trasferito tutti i residenti degli atolli Bikini ed Enewetak per proteggerli dagli effetti diretti della ricaduta nucleare. Ciononostante le ricadute dei test sono state talmente vaste da intaccare luoghi che il governo non si aspettava potessero essere raggiunti. La maggior parte degli effetti si è riscontrata in seguito al test “Bravo”. I residenti delle isole limitrofe hanno accusato vomito, stanchezza, sintomi di prurito e altre manifestazioni accomunabili all’esposizione da radiazione. Fino ad arrivare a malattie come cancro alla tiroide o qualche forma di leucemia.

Se il governo non ha preso con dovuta accuratezza le misure per salvaguardare l’uomo, potete immaginare quanto abbia a cuore l’ecosistema marino?

La bomba nel test di Bravo ha fatto esplodere un cratere di 2 km di larghezza nella barriera corallina e ha spazzato via la vita oceanica nella zona. In un articolo del 1957 di John Clark, quest ultimo descrive l’avvenimento del test nucleare nell’oceano. Un boato e un lampo di fuoco nel cielo, visibile a 200 km di distanza. Dopo alcune ore poi avvenne un evento davvero singolare: sull’isola cominciarono a cadere fiocchi grigi. I bambini del posto, ingenuamente, ci giocarono pensando fosse neve: erano ceneri radioattive di corallo. L’esplosione ha spazzato via l’intera barriera corallina alimentando ancor di più lo stato degradante del territorio.

Cosa resta oggi a Bikini?

L’uomo nell’ ultimo secolo ha fatto più cambiamenti che nel resto della sua storia. Ha apportato innovazioni di ogni tipo e nei campi più disparati, ma ha anche fatto danni irreparabili all’ambiente circostante senza pensare alle conseguenze. La situazione nei mari è allarmante, tanto che i vari governi hanno deciso finalmente di interferire in tal senso. Le difficoltà climatiche a cui andremo e stiamo già andando incontro sono frutto della scelleratezza dell’essere umano.

Barriera corallina bikini
La barriera corallina si sta riprendendo nell’atollo di Bikini

Per quanto riguarda il caso di Bravo una ricerca australiana ha infatti dimostrato il 65% della biodiversità biologica delle profondità marine di prima dei test, è oggi nuovamente presente. Segno che se la smettiamo di operare nella direzione sbagliata, forse qualcosa di buono può ancora essere salvato.

L’uomo però non può tornare in quel territorio. Non sono ancora sicure. Un territorio devastato da bombe e ancora soggetto a radiazioni. Erano davvero così utili quei test nucleari nell’oceano?

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